La delegazione e le riflessioni della Camera penale di Catanzaro “Alfredo Cantàfora”.
Gli ultimi otto anni, in Calabria e in particolare nel distretto di Corte di appello di Catanzaro, sono stati molto difficili a motivo delle forti spinte sulle esigenze di difesa sociale, con inevitabile sofferenza dei diritti e delle garanzie individuali. In questo tempo, politicamente e professionalmente così duro e impegnativo, l’Ucpi non ci ha mai lasciato soli. Ne è una significativa conferma lo svolgimento nella nostra regione, in meno di tre anni, di due tra i più importanti eventi nazionali – a Catanzaro, prima, e a Reggio Calabria, poi, in questo appassionante week end che si avvia alla conclusione.
Al congresso straordinario abbiamo affrontato anche i nostri problemi, le difficoltà che incontra ancora oggi il distretto di Catanzaro. Due i temi agitati:
1)- la cronica carenza di organico nelle fila della magistratura giudicante che, nonostante i generosi sforzi di tutti, non consente di raggiungere un livello accettabile di amministrazione della giustizia;
2)- il gigantismo processuale, evitabile, e tuttavia alimentato dal ricorso sistematico ai maxi processi con numeri sempre più ingestibili di imputati da giudicare.
Quando pochi, pochissimi giudici devono decidere sulla libertà di centinaia di persone in poco tempo, il margine di errore è destinato inevitabilmente ad impennarsi, come ci restituisce la triste contabilità delle ingiuste detenzioni che si consumano alle nostre latitudini.
Su questi temi, con gli amici del Coordinamento delle Camere penali calabresi abbiamo licenziato una astensione storica dalle udienze, per 11 settimane, a staffetta, su tutto il territorio regionale.
Su questi temi continueremo a impegnarci, non essendo disposti ad accettare passivamente lo stato delle cose.
Chiediamo alla politica un’assunzione di responsabilità, consapevoli che non si può garantire giustizia con gli slogan e a costo zero, senza risorse, uomini e mezzi.
Chiediamo alla giurisdizione l’avvio di una seria e franca riflessione interna, nella convinzione che alcune criticità possiamo e dobbiamo arginarle costruttivamente insieme, certi – come siamo – che a tutti stia a cuore il miglioramento della qualità della risposta alla domanda di giustizia che proviene dal territorio.
Un miglioramento che, ci teniamo a ribadirlo, è direttamente proporzionale alla effettiva tutela dei diritti e delle garanzie e in definitiva alla difesa, comune e condivisa, dei valori costituzionali e non negoziabili sui quali è edificato il diritto penale liberale e il giusto processo.