Documenti

BISOGNA AVER VISTO

CONFISCA SENZA CONDANNA PER APPARTENENZA ALLA MAFIA Pubblichiamo il testo integrale, tradotto in italiano, del parere legale indipendente reso dal Prof. Paulo Pinto de Albuquerque nella causa Cavallotti c/Italia, pendente davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Di seguito, le conclusioni rassegnate dall’insigne giurista portoghese, già giudice della predetta Corte sovranazionale CONCLUSIONI FINALI Questo Parere legale indipendente è stato ultimato esattamente 33 anni dopo il tragico assassinio del giudice Giovanni Falcone da parte della mafia dei Corleonesi sull’autostrada A29, nei pressi del comune di Capaci. La vicenda giudiziaria della famiglia Cavallotti mi ha riportato alla mente le sue potenti parole sulle misure di prevenzione, quando, con il suo consueto linguaggio diretto, affermava che “le misure di prevenzione sono un mezzo antidemocratico e che il vero luogo della punizione del responsabile è il processo penale”. Per il giudice Giovanni Falcone, usare le misure di prevenzione senza accertamento di colpevolezza “è una strategia già perdente che non serve a nulla. Serve soltanto a creare ancora una volta dei martiri dello Stato, delle persone che affermano di aver subito delle profonde ingiustizie e, in buona parte, è anche vero”. Oltre a eludere i principi fondamentali del diritto penale e processuale penale e ad annullare la distinzione tra diritto penale e diritto civile, questa “strategia già perdente” è ancora più preoccupante perché il Legislatore ignora la reale portata del suo impatto sulla società e sull’economia italiana. Il rapporto ufficiale redatto ai sensi dell’articolo 49 del Codice Antimafia non fornisce dati circa i reati presunti che hanno dato origine alla confisca di prevenzione (ad esempio, quante confische sono state disposte per sospetta associazione mafiosa), sulle decisioni definitive rese nei relativi procedimenti penali (ad esempio, quanti decreti di confisca sono stati emessi in seguito ad un’assoluzione), sullo stato delle aziende al momento della restituzione alla collettività (se ancora operative o meno), e sulle perdite in termini occupazionali, di fatturato o di gettito fiscale derivanti dall’applicazione dei decreti di confisca di prevenzione. Peggio ancora, i dati disponibili lasciano un sospetto persistente e scomodo, che non sia un caso che i martiri dello Stato siano sempre gli stessi e provengano sempre dalle stesse regioni d’Italia. A conferma di quanto esplicitamente dichiarato in Parlamento il 25 maggio 1965 su chi il legislatore intendeva colpire con la nuova legge sulle misure di prevenzione, la risposta all’interrogazione dell’Onorevole Giachetti del 10 febbraio 2025 ha riconosciuto che 7182 imprese sono state sottoposte a confisca di prevenzione tra il 2019 e il 2023, con una “particolare concentrazione in Sicilia, Campania e Calabria”. È giunto il momento che il Legislatore e la Magistratura italiani si interroghino seriamente se l’attuale sistema di confisca di prevenzione sia ancora uno strumento compatibile con la Costituzione italiana favorevole ai diritti umani, e con gli obblighi internazionali del suo Paese. È logicamente e deontologicamente inammissibile che il Governo sostenga una posizione a Roma e a Bruxelles per giustificare il mutuo riconoscimento degli ordini di confisca di prevenzione nel quadro dell’Unione europea, e sostenga l’opposta posizione a Strasburgo, per privare i destinatari di tali ordini delle garanzie previste dagli articoli 6 §§ 2 e 3, 7 e dall’articolo 4 del Protocollo n. 7.
Questa necessaria riflessione potrà avvenire solo se il Legislatore e la Magistratura riconosceranno apertamente ciò che è evidente, che la confisca di prevenzione ai sensi della Legge n. 575/1965, delle sue modifiche e del Codice Antimafia ha portato allo spogliamento totale della ricchezza di persone innocenti, collocandole in una posizione economica e sociale peggiore rispetto a quella precedente alla presunta condotta criminale. Se questo sistema altamente repressivo di confisca senza condanna è stato introdotto sulla base della retorica populista che intendeva colpire un fenomeno mafioso particolarmente pericoloso nel sud Italia, già di per sé una discutibile scelta di politica criminale, la sua successiva estensione indiscriminata anche a reati comuni di natura economica mina le stesse fondamenta costituzionali dello Stato italiano. Qual è il senso di avere un sistema penale e processuale penale liberale e garantista per i reati comuni, come quello italiano, se poi, in parallelo, si mantiene un sistema di misure di prevenzione medievale, non garantista, e ogni volta che il primo fallisce nel punire il sospettato, lo Stato italiano si rifugia nel secondo per concludere il lavoro? Con rispetto, nella mia qualità di esperto legale indipendente, sottolineo che questa riflessione è anche imposta dagli obblighi internazionali dell’Italia ai sensi degli articoli 6 § 2 e 7 della Convenzione europea dei diritti umani e dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, che risultano violati nel caso dei fratelli Cavallotti e delle loro famiglie, veri “martiri dello Stato”. Lisbona, 23 maggio 2025 Paulo Pinto de Albuquerque – Professore Ordinario all’Università Cattolica di Lisbona Dottore Honoris Causa, Edge Hill University (Regno Unito) e Yaroslav Mudryi National Law University, Kharkiv (Ucraina)

BISOGNA AVER VISTO

🔥 Oggi abbiamo varcato le porte del carcere di Catanzaro, per dare voce a chi non ha voce. 📍 Alla vigilia di ferragosto abbiamo visitato la struttura con i rappresentanti delle istituzioni, incontrato il personale sanitario, educatori e persone detenute. Il rispetto dei diritti non conosce ferie. Abbiamo visto condizioni che non possono lasciare indifferenti: 🛏️ Celle vecchie e inadeguate 🌡️ Caldo insopportabile senza frigoriferi 🚿 Docce insufficienti 🩺 Assistenza sanitaria in affanno 🚫 Molti detenuti restano chiusi in celle anguste per oltre 16 ore al giorno ⚠️ Metà della popolazione carceraria a Catanzaro non ha una condanna definitiva (il doppio della media degli altri distretti). ⚖️ La pena non può essere solo privazione della libertà. Deve rispettare la dignità e offrire un percorso di rieducazione. Nei prossimi giorni presenteremo una relazione dettagliata per chiedere alla politica interventi immediati, tra i quali: ✨ Liberazione anticipata speciale ✨ Promozione di provvedimenti di clemenza come amnistia e indulto, necessari anche per: * contenere l’elevato tasso di sovraffollamento * ridurre i numerosi tentativi di suicidio registrati nelle carceri italiane 💬 La dignità non può arrestarsi alla porta del carcere. #camerapenalecatanzaro​

RELAZIONE POLITICA DI SINTESI BIENNIO 2023 – 25

Questi due anni, appena trascorsi, sono stati caratterizzati da molteplici battaglie in difesa della Costituzione e del diritto penale liberale, in piena continuità con la linea politica indicata dalla Giunta dell’UCPI, già a partire dal Congresso di Firenze, a cui la nostra Camera Penale ha partecipato con ampia rappresentanza. L’attività del Consiglio Direttivo, presieduto dall’Avv. Francesco Iacopino, ha avuto quale primo obiettivo di carattere metodologico il potenziamento della Camera Penale in tutte le sue componenti e strumenti di azione.

Rassegna Stampa:
La Nuova Calabria
Catanzaro Informa
Calabria7.news
Corriere della Calabria
La Novità Online
Catanzaro City Magazine
Giornale di Calabria

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2025

Il discorso del presidente:
discorso-inaugurazione-anno-giudiziario-2025-Iacopino

Rassegna Stampa:

https://lc.cx/hiKnl3
https://lc.cx/4Z4kXO
https://lc.cx/1Q2e3y

 

 

“Lo svilimento del diritto di difesa ha tracciato, in questi anni, solchi profondi nei rapporti tra il foro e la magistratura. È necessario uscire dal tunnel infinito dell’emergenza e ritrovarsi dentro il comune perimetro costituzionale; in particolare, nel corredo valoriale – non negoziabile – del giusto processo scolpito nell’art. 111 della nostra Magna Charta, nella consapevolezza che la perenne logica emergenziale mortifica quel quadro assiologico e ci pone fuori dallo statuto di legalità che i costituenti hanno disegnato per regolare il difficile rapporto tra autorità e libertà, tra esigenze di difesa sociale e tutela delle libertà individuali. Urge pertanto ritrovare una grammatica comune che veda nella Costituzione e nei valori di civiltà in essa scolpiti l’unico faro capace di illuminare il doveroso cammino unitario della (e nella) giurisdizione”. Dalla delibera di astensione del Coordinamento delle Camere penali della Calabria.

“Astensione dai processi: diamo voce ai diritti. Manifestazione regionale delle Camere penali”.

Per saperne di più:
Catanzaroinforma Canale Yotube
CatanzaroInforma

RaiNews

Corriere della Calabria

LaNovità Online

DOCUMENTI

CALABRIA GIUDIZIARIA NEL FANGO- ASTENSIONE 15-16-17 GENNAIO 2025

comunicazione astensione 15_16_17 gennaio2025 CP di Catanzaro_.docx

COORDINAMENTO CAMERE PENALI CALABRESI- ASTENSIONE 15-16-17 GENNAIO 2025

Messaggi – Webmail PEC

Scarica la scheda di iscrizione per associarsi alla Camera Penale di Catanzaro “Alfredo Cantàfora”

Domanda di iscrizione CP CZ

Poche risorse e abuso dei maxi processi, penalisti in protesta in Calabria.

La mobilitazione delle Camere penali per denunciare la grave crisi della giustizia nella regione: l’insufficienza di giudici e risorse sta causando rinvii dei processi fino al 2026

Leggi le notizie:
Catanzaro Informa https://lc.cx/v8A5iG
Il dubbio https://lc.cx/S3oybv
La Nuova Calabria https://lc.cx/8VEAm8
La News https://lc.cx/GCD05A – https://lc.cx/U8FxvA
LaNovitàOnline.it https://lc.cx/xy9l8a  https://lc.cx/NBH0sm
Corriere della Calabria https://lc.cx/lTmioq

• Delibera Coordinamento Camere Penali Calabresi
• Delibera Camera penale di Catanzaro

Siglato l’8 ottobre 2024, l’aggiornamento del Protocollo d’intesa stipulato nel 2017 fra il Tribunale di Catanzaro, l’Ordine degli Avvocati di Catanzaro e la Camera Penale di Catanzaro “Alfredo Cantàfora” per la liquidazione degli onorari dei difensori dei soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato e dei difensori d’ufficio degli irreperibili, in materia penale.

La modifica licenziata in data odierna, resasi necessaria a seguito dell’entrata in vigore del D.M. 147/2022 e del rincaro della vita nel periodo post pandemico, contribuirà al raggiungimento degli obiettivi posti a giustificazione del Protocollo: agevolare l’accesso all’istituto del patrocinio a spese dello Stato ai soggetti non abbienti, garantire valutazioni omogenee e rispettose del decoro e della professione forense, individuare parametri di liquidazione dei compensi tali da rendere effettiva, rapida ed agevole la loro determinazione e ridurre il numero delle opposizioni nel settore delle liquidazioni poste a carico dell’Erario.

Un ringraziamento particolare all’Osservatorio sul patrocinio a spese dello Stato della Camera Penale per il generoso impegno, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, in persona del suo Presidente avv. Vincenza Matacera, per la proficua collaborazione, e al Presidente del Tribunale di Catanzaro, dott. Rodolfo Palermo, per il decisivo contributo professionale e la grande sensibilità dimostrata anche in questa occasione.

Il Consiglio Direttivo

www.ordineavvocati.cz.it: https://lc.cx/JdmchV

Protocollo d’intesa

23 gennaio 2024
24 gennaio 2024
Torna in alto